Marina Caccia entra nella SCATOLA con i suoi scatti, perché il suo modo di fermare il tempo è in armonia con l’intenzione del progetto.
Fotografare persone che fanno sport è molto diverso da fotografare un gesto atletico.
Poco trucco come è naturale che sia per uno sportivo e tanta intensità nello sguardo e nel corpo è stato il nostro filo conduttore; non a caso il tema del ritratto è diventato quasi protagonista.
Cosa ci ha colpito di Marina?
Le sue foto da bidimensionali diventano tridimensionali e prendo forma e vita, tanto da raccontare l’intenzione, il personaggio e la sua storia.
Vi faccio un esempio concreto.
Quando ha fotografato gli adolescenti ci siamo proprio interrogate su ciò che emergeva dalla fotografia e su come si rappresentassero gli adolescenti nella loro mente.
Prima di partire abbiamo preso in mano la pillola ADO SI DIVENTA e abbiamo ripercorso le tappe psicologiche che l’adolescente attraversa durante questo complicato momento della vita.
Ci aspettavamo un risultato interessante tra ciò che l’adolescente avesse in mente di sé e lo scatto fotografico.
In effetti i ragazzi hanno risposto in coro: “ma sono io?”, come se stessero naturalmente lavorando ancora su una rappresentazione interna della propria identità.
La nostra risposta fu chiara: “si, sei tu … solo che stai crescendo”.
In un momento cosi difficile di Pandemia, il potersi riconoscere comunque in un cambiamento, credo che sia stato uno degli atti terapeutici più potenti che potessimo mettere in campo per questi ragazzi.
Avere Marina nella SCATOLA è un grosso privilegio.
Infinitamente GRAZIE MARINA
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